Epicuro: Il timore della morte è
immotivato
Secondo il prof. Addona è probabile che Epicuro, constatando quelle
che sono le caratteristiche dell’essere animato, che si muove, percepisce e
avverte, recepisce quelle dell’essere inanimato, che però è corpo. Se corpo è
sia l’uno che l’altro, la differenza la fa l’anima. A questo punto deve
riammettere un qualcosa, un quid, ovvero una X per la quale possa darsi una
spiegazione. Di cosa? Di sentire, muoversi, percepire, funzioni proprie di un
“animato”. Si tratta dunque di inserire una “anima”. Può essere l’anima di
diversa composizione, che non sia quella di un aggregato di corpi che ha messo
come base? No, dovrebbe cambiare la sua filosofia di fondo che ammette solo
corpi e vuoto, nel quale si possono muovere. Con coerenza, quindi, pensa ed
ammette un’anima formata di corpi, ma più piccoli, più sottili. Da qui, la
definizione dell’anima come corpo sottile sparso per tutto l’organismo. Vi è la
necessità di prendere qualcosa che sembra sfuggire al corpo. Vediamo come
Epicuro si sforzi di cercare il diverso al quale affidare la spiegazione,
giustamente se tutto è uguale come si fa a trovare la motivazione? Ma se
qualcosa è interamente diverso non è un principio perché presenta due elementi,
se gli elementi sono due non può essere un principio.
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Da
una lezione del Prof. Addona. Appunti riportati da Alessio Cece, II C.
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