Empedocle, nel suo celebre passo “Il Filosofo Venerato”, ci
invita a riflettere su alcune tematiche importanti come quella della conoscenza
e della cultura. Che mondo sarebbe senza? Sicuramente un mondo dove la violenza
regnerebbe sovrana e dove le persone non sarebbero in grado di costruire un
ambiente sociale in cui vivere pacificamente. Non conoscendo i termini, che
pure intervengono nelle relazioni, le azioni si troverebbero a dipendere da
essi senza possibilità di individuare i passaggi dai quali effetti.
Proprio su tanto perviene a basarsi la figura accreditata di
Empedocle come sapiente dotato di qualità e prerogative che lo elevano al di
sopra dei comuni mortali.
Una tale conoscenza arriva a essere ritenuta tanto alta che
il mito giunge a trasfigurarla fino a considerarla attenere a divinità. Con la
sua poesia filosofica quel filosofo pure si rivolge agli uomini mostrando la
via che possa condurre persone già pacifiche ed ignare di malvagità e quelle
ancora che coltivano opere eccellenti di governo ad approdare ad una situazione
venerabile nella quale giungano a rientrare anche gli ospiti.
Queste eccellenti creature in cosa difetteranno? Semplice,
non si preoccupano di trovare un principio. Al di là, dunque delle stesse
attività meravigliose portate avanti bisogna volgersi a cercare quanto il tutto
possa sostenere.
Empedocle, che tanto ha colto, arriva a sostenere di trovarsi
ad un punto più alto degli uomini aggirandosi tra questi come un essere
immortale perché interessato da una tale conoscenza. Ecco spiegato il motivo
dell’apprezzamento da parte delle città: egli è portatore di conoscenza ovvero
di quel pensiero per il quale a dispiegarsi è una dimensione diversa.
Il volgo che non conosce, per sopperire alla mancata
conoscenza, fa affidamento ad un mondo sovrannaturale, costituito a volte da
divinità ed altre da indovini reputati a questa collegati. Diverso, invece, il
discorso per coloro che portano avanti una indagine filosofica. Costoro,
dedicandosi criticamente ad indagare la realtà, non hanno bisogno di ciarlatani
e fattucchieri.
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