Aristotele: la
scienza dell’essere in quanto essere
C’è una scienza che studia l’essere-in-quanto-essere e le
proprietà che gli sono inerenti per la sua stessa natura. Questa scienza non si
identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari, - le altre scienze studiano solo la parte
di essere, - giacchè nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di
indagine l’essere-in-quanto-essere e ne studia gli attributi, come fanno, ad
esempio, le scienze matematiche.
E poiché noi stiamo cercando i principi e le cause supreme, non
v’è dubbio che questi principi e queste cause siano propri di una certa realtà
in virtù della sua stessa natura. - Aristotele
è un realista, poiché sta cercando i principi e le cause supreme, che ritiene
appartenere alla realtà. Platone, invece, è un idealista, poiché realtà ritiene
le idee e il loro mondo. - Se, pertanto, proprio su questi principi
avessero spinto la loro indagine quei filosofi - cioè naturalisti e fisici, i quali, essendosi dedicati a ricercare gli
elementi delle cose esistenti, non sono pervenuti all’essere nel suo insieme.
Costoro sono arrivati a ritenere principi ciò che invece non può a rigore
essere chiamato “essere in quanto essere” non, quindi, quali esseri “particolari”-
che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti, allora anche
gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri
dell’essere-in-quanto-essere e non dell’essere-per-accidente; - Aristotele, con la metafisica, si accinge infatti a capire le cause prime dell’essere-
in-quanto-essere - ecco perché anche
noi dobbiamo riuscire a comprendere quali sono le cause prime
dell’essere-in-quanto-essere.
- l’impresa di
Aristotele ci appare molto ardua. Egli si accinge infatti a definire un essere
senza predicazioni particolari. Come farà infatti ad esprimere un giudizio? -
(Metafisica,IV,1,1003a,in
op.cit,vol.3, p.85)
Mariagiulia Zitolo, I
C.
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