Questo lungo periodo di "reclusione" ci ha spesso
costretti a riflettere sulla vita e sulle leggi della natura, che è sembrata
essere tanto crudele nei confronti degli uomini. Si sta vivendo un momento
epocale, ma, In un certo qual modo, la crisi non ha colto tutti di sorpresa e
da tanto si temeva che si arrivasse, prima o poi, a una catastrofe. Che
abitassimo un mondo malato, fondato su meccanismi patologici, era chiaro da
tempo, e da tempo ci si poteva aspettare un sussulto della natura. Gli oltraggi,
infatti, che l’uomo le reca da decenni hanno agevolato il propagarsi del virus.
La Terra sta lanciando un ultimatum, sta urlando a vivissima voce di tornare a
pensare in grande, di abbracciare il mondo con uno sguardo a volo d’uccello che
spazzi via le vedute anguste dell’economia e della falsa crescita, ci sta
chiedendo di recuperare un pensiero universale, un senso etico da troppo tempo
perduto (l’emergenza ha messo a nudo la disarmante mediocrità della politica!),
di cancellare ogni forma d’individualismo, a livello umano e statale.
Un’epidemia ci sta ricordando che tutto è interconnesso, che il malessere della
Terra si ripercuote sui popoli e sulle società, acuendo le disuguaglianze. Sta
a noi raccogliere l’invito e decidere se invertire oppure no la rotta e far sì
che l'attuale situazione, si trasformi in un punto di svolta.
Chiara Grasso
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