Un sabato mattina nella mia classe, la I B del Liceo Classico
con il nostro colendissimo (stimabilissima persona da coltivare) Prof. Giuseppe
Addona mentre piegavamo la teoria delle idee di Platone e l’immortalità dell’anima
ci siamo soffermati su un concetto a noi non noto: la REMINISCENZA POSTULA
(l’immortalità dell’anima).
A questo punto dalla spiegazione del prof abbiamo appreso che
per trarre il significato da una parola dobbiamo analizzare la parola stessa;
in questo caso specifico, POSTULA deriva, come sembrerebbe, da POST = DOPO con
la restante parte che potrebbe ben rappresentare ciò che si è dispiegato.
Dobbiamo quindi chiederci, in ogni caso: “il dopo di che” che nel caso di
Platone è costituito dalla vita terrena e relativo ritorno dopo il passaggio
nell’altro mondo ovvero in quello non sensibile. REMINISCENZA, dopo il
passaggio, dunque, così come un RICORDARE.
POSTULATO in termini filosofici indica un presupposto al
quale ci si rifà per le conseguenze.
L’ immortalità deve essere così una conseguenza della
reminiscenza. Ove non risultasse immortale non potrebbe partecipare dell’altro
mondo e continuare, quindi, ad esprimersi in quella che arriva a essere
ritenuta una rinascita, da cui appunto una reminiscenza.
La reminiscenza è un risveglio della memoria, un ridestarsi
di un sapere già presente nella nostra anima, ma che era stato dimenticato al
momento della nostra nascita ed era per ciò solo latente; oggi diremmo
inconscio.
Per Platone conoscere significa dunque ricordare. La
conoscenza non deriva dall’ esperienza ancorché questa possa quella ridestare.
Platone reputa che la nostra anima sia immortale ed eterna ed
avere partecipato al mondo delle idee prima della nostra nascita ed ancora
aspira a tornare a quel regno dopo la morte. Come, in caso diverso, spiegare
l’idea di perfezione presente nell’uomo e che non arriva a trovare
corrispettivo in ambito alcuno interessante una esperienza? Risultando questo
filosofo ancorato sulla posizione parmenidea per la quale al pensiero corrisponde
l’essere e a questo il pensiero, tenuto conto che essa idea di perfezione è
nella mente deve necessariamente essere, proprio perché pensata. Non risultando
in questo mondo, sembrerebbe questa la conclusione, non può che risultare in un
altro che, non sensibile, è da ritenere soprasensibile, iperuranio o comunque
indicato diverso da quello terreno.
Il mondo delle idee è stimato essere quel mondo oltre la
volta celeste che è sempre esistito in cui vi sono le idee immutabili e
perfette raggiungibili solo dall’ intelletto e pienamente allora che liberato
dal corpo che per questo motivo arriva a essere ritenuto una prigione.
Il professore ci ha invitati a scrivere articoli come questo
da riportare nel blog per la nostra crescita culturale e, per confrontarci con altri
sulle conoscenze alle quali siamo pervenuti.
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