Oggi il discorso si fa più complesso perché il professore Cocchiarella dell'Indiana University, a proposito della logica Medievale dei termini con la disputa tra realismo e nominalismo, al quale avevamo chiesto un contributo in quanto massimo esponente della logica contemporanea, ci ha invitato ad approfondire questi argomenti attraverso i suoi studi.
Il discorso iniziale verte sulla logica filosofica.
A questo punto, insieme al professore Addona, portiamo avanti
le seguenti riflessioni così come quel famoso scienziato ci ha invitato a
procedere.
Come già in precedenza ci chiediamo subito che cos'è logica.
Ipotizziamo di non saperlo. Sin dal ginnasio abbiamo compreso
di dover ricorrere, per pervenire almeno a una prima e generica individuazione
del termine, al vocabolario. Non ne disponiamo. Potremmo utilizzare internet...
Ciascuno, in proprio si documenta sul significato di essa
logica.
Proviamo a vedere però cosa viene fuori applicando il metodo
che proponiamo di cui daremo delucidazioni ulteriori in seguito.
Anzitutto, se non ce lo chiedessimo cosa ne conseguirebbe?
Impareremmo meccanicamente qualcosa di cui però non siamo
venuti a conoscenza!
Vogliamo chiederci con quanto materiale abbiamo appesantito
il cervello finora? Meno male che dopo la scuola esso si libera resettando
tutto! Allora a cosa è servita un tale tipo di scuola? Anche in questo caso una
risposta a da cogliere in proprio.
Tornando al problema...
Non sapendo da dove cominciare, facciamo un esempio. (Anche
questo fa parte del nostro metodo)
(A > B) e (B > C) → (A > C)
E' riconducibile tanto al famoso sillogismo:
"tutti gli uomini sono mortali,
Socrate è uomo
Socrate è mortale"
Tanto non è valido per un discorso superiore che Cocchiarella
ha affrontato in uno studio "Validità della logica in filosofia"
trasmesso al prof. Addona per i suoi alunni e che è presente in un libro dal
titolo "Filosofia in un percorso", liberamente consultabile su
internet.
Infatti se proviamo a dire:
"Gli apostoli sono dodici,
Pietro è un apostolo
Pietro è un dodici" ...si capisce che non funziona!
Quando si tratta di logica il significato è recuperato
all'interno delle premesse oltre che dai passaggi posti in essere. Si tratta di
cercare il significato degli enunciati e la loro valenza, fatto questo che
equivale, in uno, a dire individuare l’ambito di validità e la portata dalla quale
sono sostenute le stesse predicazioni.
Allora che ad intervenire è la 'filosofia' andiamo a cercare
la valenza di essa indagine che caratterizza siffatta disciplina. Si tratta di
cercare, ancora una volta, i fondamenti e quanto su questi imperniato.
Un tale problema Aristotele aveva già individuato, allora che
considerava la costruzione delle premesse alle quale pure si accingeva.