LA MATEMATICA COME CONVENZIONE
NON RICOLLEGABILE ALLA REALTÀ
Ricollegandoci
al discorso dell'intersoggettività e dell'errato utilizzo del termine
oggettività, possiamo analizzare anche la matematica ed in particolare la definizione
di numero. Alcuni ritengono che il numero sia un ente reale e razionale,
commettendo un grave errore: è semplicemente un ente convenzionale adoperato
dalla comunità per esprimere un concetto intersoggettivo quale rappresentato
appunto dal numero. Noi abbiamo la certezza che ciò che noi identifichiamo con
tre sia realmente equivalente a quella determinata quantità; ne consegue che non
esiste qualcosa di assoluto; una verità data ma semplicemente una verità per
molti o anche per tutti gli esseri razionali che sono pervenuti a recepire quel
sistema costituito da quel tipo di comunicazione. Non possiamo nemmeno ritenere
che esista una precisione. Compiendo un esperimento, la scienza moderna approda
ad una formula matematica per cercare di spiegare un fenomeno. Al contrario,
con questa, si accinge a recepire un procedimento. Appare impossibile che la
realtà possa essere letta interamente con gli strumenti dalla matematica
approntati. Risulterebbe strano che essa realtà possa risultare corrispettvo di
un qualcosa predisposto a cominciare da un metro. La misurazione, infatti, non
rappresenta altro che un sistema che si approccia ad un altro sistema nemmeno
tuttavia pensabile già come tale. (Allora che usiamo il sistema decimale non
potremo che ottenere risultati da esso dipendenti, ad emergere cioè non saranno
i centesimi. Nel momento che ne approntiamo uno centesimale, lasceremo fuori
quanto esso non può misurare e così via. Noi non avremo, dunque, mai dati certi
ed inconfutabili, perchè ci sarà sempre un margine di errore e di imprecisione.
Chiara De Mizio, IIC
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