Può l’innamoramento rispondere a una
logica? La citazione del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau “tutti
guadagnano l'equivalente di quello che perdono” può essere applicata anche alle
relazioni amorose? Perché tanto valga vi è bisogno che l'una persona dia
all'altra tanto quanto riceve. Nel caso in cui ciò non accada (ad esempio
allora che uno dei due dia meno di quello che riceve o addirittura nulla), il
meccanismo si inceppa e la relazione si complica fino ad arrivare ad una
conclusione. Eppure tanto può non valere allora che costu voglia avere l’altro
reputando di no poterlo sostituire ancorché non risulti ripagato come vorrebbe.
Si tratta di considerare l’oggetto del piacere così come possesso, di ritenere
l’altro tale da non chiedere nulla proponendosi in quella totalità e generalità
senza chiedere nemmeno una conferma o recepire il messaggio di ritorno al punto
magari che questo giunga a fare da supporto se non proprio da condizione.
Attraverso questi vari passaggi sembrerebbe dispiegarsi esso amore ancorché a
connotarlo specificamente si esso profondersi generale senza riservarsi di
chiedere alcunché al di là di quello tuttavia offerto e che con immenso piacere
è recepito. Viene da chiedersi: può tanto ancora valere dopo l’individualismo
al quale è pervenuta la società contemporanea che, per larga parte, come
sembrerebbe, ha infranto il vincolo con una universalità o, più propriamente,
si è posta fuori da una tale dimensione? Se ancora non si tratta specificamente
di una valutazione pure sembrerebbe che a prevalere sia una proporzione tra le
due cose, dare affinché si riceva, do ut des.
Nel caso altresì che qualcuno
crescesse tanto a livello umano spingendo la sua sensibilità ad una
universalità lasciandosi dietro gli altri, si troverebbe a dover relazionarsi
con persone che non potrebbero restituire quello che profonde. A risultare
svantaggiato sarebbe cioè proprio colui o colei che “hanno” di più. Gli altri
infatti si troverebbero a beneficiare di un tale “pacchetto” “offrendo” di
meno. Da tanto l’importanza di non crescere da soli ma insieme agli altri in
una intersoggettività nella quale a intervenire ma a distanza per godere sotto
l’aspetto teoretico è anche una intelligenza che può intervenire ma solo
all’occorrenza e per il resto lasciar “correre” ciò che come sensibilità arriva
ad esplicarsi e a trovare il proprio corrispettivo che però non può urtare con
l’impostazione di base. Per un approfondimento al riguardo può consultarsi G.
Addona, “Sensibilità e Ragione”, Bonanno editore o guardare il video in cui
Giuseppe Addona affronta il tema “Tempo e identità del soggetto” https://www.youtube.com/watch?v=YmxDR2PPeRQ.
Oppure cercando il canale YouTube
“Giuseppe Addona”.
Una lezione del prof. Addona riportata
da Chiara De Mizio, II C.
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