Nell’età ellenistica la cultura
inizia a settorializzarsi, fatto questo che può essere letto sia in “negativo”
che in “positivo”. Platone aveva iniziato a filosofare convinto di dover fare
politica e prendere in mano, unitamente ad altri, la situazione della città.
Aristotele era già consapevole che la politica non dipendeva da lui. Il ruolo
del cittadino è stato assunto da altri a cominciare da Alessandro Magno. Lo
stato più ricco e potente con l’ingresso dei macedoni-greci, in questo periodo,
è l’Egitto e la città di Alessandria diventa il centro culturale dell’epoca. La
quasi totalità degli scienziati si trasferisce in questa città. Alla specializzarsi
appare fare da contrappunto quella visione generale che aveva caratterizzato il
periodo precedente. La cultura si sposta nella biblioteca allontanandosi sempre
più da quel cittadino che Socrate, innanzitutto, chiamava continuamente a
partecipare. La filosofia, che prima inglobava quasi tutte le discipline
tranne, in primo luogo la medicina, lascia il passo ad alquante scienze che
iniziano a percorrere una strada piuttosto autonoma. Anche la tecnica comincia
a separarsi dalla scienza; la prima si occupa della parte pratica, l’altra
della teoria.
Una lezione del prof. Addona riportata da Francesco
D'Andrea, I C.
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