Vogliamo parlare di economia e politica?
Ricordate le corporazioni? Anticamente erano ‘enti’ che stabilivano
la qualità di un prodotto, le sue determinate fattezze, specifici parametri e
fissavano il prezzo per evitare la concorrenza.
Es. Da una bottega fiorentina doveva uscire un prodotto di
livello molto alto altrimenti anche la città risentiva di questa ‘brutta
figura’.
Potevamo definire quindi una corporazione positivissima
perché faceva in modo che tutti potessero lavorare.
Oggi invece corporazione è sinonimo di ‘blocco’; diventa
fattore di regresso perché non permette di orientarsi verso il futuro.
Una stessa cosa in un periodo è positiva e in un altro è
negativa.
E la nobiltà? La nobiltà oggi è considerata negativa.
Un tempo era molto positiva: al tempo dei romani i nobili erano
uomini di parola, quando si andava in guerra non scappavano di fronte al
pericolo! (L. Catilina, nobili genere natus).
Contestualizziamo: la psicologia contemporanea ha accertato che
lo scemo muore meno in guerra, chi ha paura ha maggiori possibilità di salvarsi
perché al minimo rumore scappa, mentre il temerario affronta il pericolo e
spesso ‘ci lascia le penne’.
[Leggi l'articolo http://filosofiainpratica.blogspot.it/2014/10/il-troppo-storpia.html]
Un tempo, dunque, la nobiltà era una garanzia,
successivamente divenne il sinonimo di ‘campare senza lavorare’ (nel 1600
questa concezione fu una delle cause della crisi spagnola!).
Michela Rillo II F
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