giovedì 5 novembre 2020

Smart working- lavoro da considerarsi intelligente?

Ad un pubblico non attento potrebbe sfuggire il valore di tale espressione. Ma qual è il suo significato effettivo per i ragazzi e non solo?

Se quello tramite internet è ritenuto intelligente, il lavoro non prodotto tramite un tale strumento deve essere considerato non intelligente; il contrario infatti. Ciò che è considerato intelligente, dunque, non può essere non intelligente. Il contrario di A è infatti (N, o ancora in simboli, ¬) non A; ¬ A.

Alla luce di tali evidenze logiche, dovremmo considerare non intelligente il lavoro svolto in genere. Fatto questo, che sfugge ad un gran numero di persone che recepisce i dati così come arrivano a essere forniti senza produrre correlazioni, ovvero senza portare avanti quelle riflessioni per le quali ad emergere possano quantomeno essere le altre facce delle medaglie proposte. Ad emergere è l’importanza delle considerazioni ovvero di quelle indagini dalle quali emergere valutazioni. Ricordo come se fosse ora una delle prime lezioni in un famoso liceo romano quando, a quegli alunni abituati a studiare in modo da non tralasciare alcunché dissi di lasciarsi lo spazio per riflettere sugli argomenti che li vedevano impegnati. Se. Parafrasando lascamente Kant, senza materiale la riflessione non ha elementi su cui procedere, senza questa quello risulterebbe un semplice “oggetto” meccanicamente recepito.  Ancora una volta emerge l’importanza della logica e della filosofia rappresentative di quell’indagine critica, baluardo almeno per il quale un messaggio occulto possa essere riconosciuto e fermato. Un sapere non può risultare avulso da una individuazione consapevole di quelli che, in caso contrario, si dispiegherebbero quali fatti assimilati quali oggettivi. Già per Aristotele esso sapere risulta tale allora che se ne conoscano le cause. Scire est per causas scire.

Tanto appare possibile rilevare anche o soprattutto allora che a risultare interessate siano interrogazioni. In un tale momento ci si pone in interazione per far emergere con un dialogo gli aspetti prodotti e quali che via via vanno a prendere corpo. Diverso ciò da un insieme di notizie raccontate magari senza essere interrotti così come pure qualcuno talvolta sembrerebbe chiede per sciorinare quanto memorizzato magari anche con sforzo.

L’importanza della filosofia da un passo di Empedocle.

Empedocle, nel suo celebre passo “Il Filosofo Venerato”, ci invita a riflettere su alcune tematiche importanti come quella della conoscenza e della cultura. Che mondo sarebbe senza? Sicuramente un mondo dove la violenza regnerebbe sovrana e dove le persone non sarebbero in grado di costruire un ambiente sociale in cui vivere pacificamente. Non conoscendo i termini, che pure intervengono nelle relazioni, le azioni si troverebbero a dipendere da essi senza possibilità di individuare i passaggi dai quali effetti.

Proprio su tanto perviene a basarsi la figura accreditata di Empedocle come sapiente dotato di qualità e prerogative che lo elevano al di sopra dei comuni mortali.

Una tale conoscenza arriva a essere ritenuta tanto alta che il mito giunge a trasfigurarla fino a considerarla attenere a divinità. Con la sua poesia filosofica quel filosofo pure si rivolge agli uomini mostrando la via che possa condurre persone già pacifiche ed ignare di malvagità e quelle ancora che coltivano opere eccellenti di governo ad approdare ad una situazione venerabile nella quale giungano a rientrare anche gli ospiti.

Queste eccellenti creature in cosa difetteranno? Semplice, non si preoccupano di trovare un principio. Al di là, dunque delle stesse attività meravigliose portate avanti bisogna volgersi a cercare quanto il tutto possa sostenere.

Empedocle, che tanto ha colto, arriva a sostenere di trovarsi ad un punto più alto degli uomini aggirandosi tra questi come un essere immortale perché interessato da una tale conoscenza. Ecco spiegato il motivo dell’apprezzamento da parte delle città: egli è portatore di conoscenza ovvero di quel pensiero per il quale a dispiegarsi è una dimensione diversa.

Il volgo che non conosce, per sopperire alla mancata conoscenza, fa affidamento ad un mondo sovrannaturale, costituito a volte da divinità ed altre da indovini reputati a questa collegati. Diverso, invece, il discorso per coloro che portano avanti una indagine filosofica. Costoro, dedicandosi criticamente ad indagare la realtà, non hanno bisogno di ciarlatani e fattucchieri.