mercoledì 26 novembre 2014

L'invidia

Oggi affronteremo il concetto dell'invidia, concetto all'apparenza molto semplice e che interessa la vita quotidiana di ogni persona, ma che deve essere affrontato in un modo molto critico per poter comprendere a pieno il modo e il motivo per il quale si manifesta. In generale, invidia non può realizzarsi se c'è una proporzione enorme ma se c'è qualcosa che lega e che fa pensare di essere simili. Appena fuoriesce la volontà di far rientrare la proporzione di base si genera dunque l'invidia. Per poter capire meglio il tutto, facciamo subito un esempio. Se una persona sa appena leggere e scrivere non invidierà uno scienziato matematico, perché le due persone non possiedono le stesse competenze e lo stesso livello conoscitivo. Se invece un soggetto impar a fare lo zero e un altro non è mai riuscito a farlo, ma i due pensano di essere simili, appena il primo fuoriesce dallo stesso livello, innesca nell'altro la volontà di mantenesse quel livello e se non si eleva lui, cerca di abbassare l'altro: all'invidia si aggiunge quindi una nuova componente: la cattiveria. Per Virgilio, invece, l'invidia non era una cosa negativa, l'essere umano non vuole apportare di meno di chi dà di più, ognuno cerca di apportare di più per il bene comune e allora l'invidia diventa una sana invidia. Da ciò possiamo notare come, anche un sentimento considerato così negativo, sotto alcuni aspetti può essere letto in chiave positiva.
Antonio Coppola II F

giovedì 6 novembre 2014

A proposito dell'oggetto...

Quante volte ci capita ogni giorno di sentire frasi del tipo: "Ci troviamo di fronte fatti OGGETTIVAMENTE reali"? Beh davvero tantissime e spesso non ci chiediamo nemmeno ciò che quell'avverbio stia a significare accettandolo passivamente. Anche in questo caso, però, andando ad analizzare attentamente il tutto e servendoci soprattutto dei pensieri dei grandi filosofi antichi, possiamo giungere ad una migliore comprensione dei fatti. In classe, ci siamo trovati di fronte un passo molto interessante di Tommaso d'Aquino sulla verità e sulla conoscenza e da lì noi alunni abbiamo cominciato grazie all'aiuto del prof. Addona a filosofare e a porci degli interrogativi su quell'argomento. Abbiamo scoperto che per Tommaso il vero è presente quando l'intelletto corrisponde all'ente reale, in parole più semplici, quando l'intelletto assimila la realtà. Grazie a questo pensiero, siamo riusciti a capire che Tommaso, da grande realista, pone prima la realtà e poi sulla realtà si pone l'intelletto. Questo concetto fu ripreso poi successivamente anche dal famosissimo filosofo tedesco Immanuel Kant, che riuscì in maniera grandiosa a capire che il mondo degli oggetti non è un mondo reale, a sé stante, ma è il soggetto stesso a crearli, dunque dopo Kant l'oggettività non c'è più! E pensare che alcuni idealisti moderni pongono ancora l'oggetto come base della conoscenza umana...
Antonio Coppola
II F