lunedì 8 giugno 2020

Alcune riflessioni sul Corona Virus

Questo lungo periodo di "reclusione" ci ha spesso costretti a riflettere sulla vita e sulle leggi della natura, che è sembrata essere tanto crudele nei confronti degli uomini. Si sta vivendo un momento epocale, ma, In un certo qual modo, la crisi non ha colto tutti di sorpresa e da tanto si temeva che si arrivasse, prima o poi, a una catastrofe. Che abitassimo un mondo malato, fondato su meccanismi patologici, era chiaro da tempo, e da tempo ci si poteva aspettare un sussulto della natura. Gli oltraggi, infatti, che l’uomo le reca da decenni hanno agevolato il propagarsi del virus. La Terra sta lanciando un ultimatum, sta urlando a vivissima voce di tornare a pensare in grande, di abbracciare il mondo con uno sguardo a volo d’uccello che spazzi via le vedute anguste dell’economia e della falsa crescita, ci sta chiedendo di recuperare un pensiero universale, un senso etico da troppo tempo perduto (l’emergenza ha messo a nudo la disarmante mediocrità della politica!), di cancellare ogni forma d’individualismo, a livello umano e statale. Un’epidemia ci sta ricordando che tutto è interconnesso, che il malessere della Terra si ripercuote sui popoli e sulle società, acuendo le disuguaglianze. Sta a noi raccogliere l’invito e decidere se invertire oppure no la rotta e far sì che l'attuale situazione, si trasformi in un punto di svolta.

Chiara Grasso

giovedì 4 giugno 2020

Dove portano le bugie?

Vi siete mai chiesti dove possano portare le bugie? Facciamo una prova partendo da quello che può essere considerato il caso più emblematico che interessa soprattutto gli adolescenti. Se qualcuno pur di mettersi insieme alla persona che lo attrae si proponesse sciorinando caratteristiche che non gli appartengono, falsificando dunque la sua personalità, potrebbe, magari, con un tale o con altri artifici raggiungere il suo scopo. La ragazza, quindi, si troverebbe ad aver investito su qualcuno che non corrisponde a colui che si è manifestato. Potrebbe tuttavia costui che vede esauditi i propri desideri ritenersi persona identificata, ovvero soggetto? Non appena tentasse un riconoscimento, si rileverebbe sdoppiato. Qualora allargasse la considerazione, non potrebbe non riconoscere l'impossibilità di espressione alcuna in essa società nella quale, pure, per il resto, si trova ad operare. Su cosa, infatti, incentrare quel riconoscimento sul quale quella stessa può risultare fondata? Per quanto attiene al rapporto instaurato, non potrebbe non tener conto, altresì, che le attenzioni non risultano rivolte a lui, ma al personaggio che si è impegnato a tratteggiare e, quindi, a commerciare. La relazione, tra l'altro, si infrangerebbe non appena i termini nascosti venissero alla luce. Emblematiche sono le frasi "tu non sei quello che avevo conosciuto" ed altre similari. Avendo annullato sé stesso, non resterebbe a quella maschera che tuffarsi in un altro rapporto, altrettanto falsificante per poi restare comunque sola, ammesso che abbia il tempo per constatarlo. Avendo ingannato altri, ha disintegrato il suo stesso essere.

L'argomento è affrontato da Giuseppe Addona in "Conoscenza e ragione" Edimedia.