Vi siete mai chiesti dove possano portare le bugie? Facciamo
una prova partendo da quello che può essere considerato il caso più emblematico
che interessa soprattutto gli adolescenti. Se qualcuno pur di mettersi insieme
alla persona che lo attrae si proponesse sciorinando caratteristiche che non
gli appartengono, falsificando dunque la sua personalità, potrebbe, magari, con
un tale o con altri artifici raggiungere il suo scopo. La ragazza, quindi, si
troverebbe ad aver investito su qualcuno che non corrisponde a colui che si è
manifestato. Potrebbe tuttavia costui che vede esauditi i propri desideri
ritenersi persona identificata, ovvero soggetto? Non appena tentasse un
riconoscimento, si rileverebbe sdoppiato. Qualora allargasse la considerazione,
non potrebbe non riconoscere l'impossibilità di espressione alcuna in essa
società nella quale, pure, per il resto, si trova ad operare. Su cosa, infatti,
incentrare quel riconoscimento sul quale quella stessa può risultare fondata?
Per quanto attiene al rapporto instaurato, non potrebbe non tener conto, altresì,
che le attenzioni non risultano rivolte a lui, ma al personaggio che si è
impegnato a tratteggiare e, quindi, a commerciare. La relazione, tra l'altro,
si infrangerebbe non appena i termini nascosti venissero alla luce.
Emblematiche sono le frasi "tu non sei quello che avevo conosciuto"
ed altre similari. Avendo annullato sé stesso, non resterebbe a quella maschera
che tuffarsi in un altro rapporto, altrettanto falsificante per poi restare
comunque sola, ammesso che abbia il tempo per constatarlo. Avendo ingannato
altri, ha disintegrato il suo stesso essere.
L'argomento è affrontato da Giuseppe Addona in "Conoscenza
e ragione" Edimedia.
Nessun commento:
Posta un commento