martedì 14 ottobre 2014

Cos’è un libro? Ce lo siamo mai chiesti, con tutto lo sforzo che ci costa studiarlo?

Per capire come nasce il libro, bisogna sapere quando nascono le prime forme di scrittura e come si evolvono nel tempo. Uno dei primi popoli ad usare la scrittura furono i Babilonesi, i quali scrivevano su tavole di creta. Poi gli Egiziani che adottarono il papiro, carta più pregiata simile a quella moderna, che fu anche utilizzato dai Romani. I “libri” dei Romani erano chiamati “volumina” ed erano una serie di fogli di papiro arrotolati e legati dallo spago; sullo spago veniva poi messa della cera, sulla quale veniva impresso, con uno stampo, il simbolo delle famiglie.
Nel 476 d.C., con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si assiste a un “crollo” dell’economia, delle vie di comunicazioni e soprattutto a una decadenza culturale. In questo clima di disordine, solo la Chiesa rappresenta un punto di forza, soprattutto dal punto di vista culturale. Soltanto che, a causa del “crollo” delle vie di comunicazione, nei monasteri non arriva più il papiro su cui scrivere, e per questo i monaci iniziano a scrivere su pelli di pecora.

Le pelli, opportunamente lavorate, erano molto grandi e inizialmente si scriveva “in folio” ossia a foglio pieno; per esigenza di comodità iniziarono a piegare questi grandi fogli, prima in due parti, poi in quattro, poi in otto, in sedici e in trentadue, dando vita così al libro moderno composto da più pagine.

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