sabato 18 ottobre 2014

Genitori e figli: istruzioni per l'uso!

Vi siete mai chiesti perché il rapporto tra genitori e figli è così conflittuale?
Esempio:
Genitore: Vorresti tanto tornare a casa all'una e fare il comodo tuo? Questa casa non è un albergo! Massimo le undici altrimenti non esci proprio! 
Figlio: Tu non capisci niente! I miei amici tornano più tardi, perché soltanto io devo rientrare così presto?
Genitore: Cosa fai in mezzo alla strada fino a quell'ora? Poi la gente parla. Coro: (meno male che c'è ancora qualcuno che nei paesini parla, squarciando l'individualismo urbano del nuovo uomo primitivo!).
Figlio: Sei all'antica! Sei rimasta all'era giurassica (figlio rivolto alla madre che è arrivata in difesa del capo famiglia. Meno male che la nonna, la zia, e il fratello maggiore, che si è dimenticato di essere stato adolescente, e deve mettere in mostra la già superata laurea con l'avviata attività professionale, sono fuori: chi a fare compere e chi in ufficio, che Dio sia lodato! O dobbiamo, forse, più semplicemente, ringraziare madre natura per la bella giornata, o il concorso dei venti e delle nubi che si sono neutralizzati a vicenda. Ci scusino i materialisti, qualche  volta citeremo anche voi!).
A siffatta affermazione, sembra puntuale arrivare una risposta del genere con un tono piuttosto alto, per non aggiungere gesti e modalità particolari! Ognuno infatti sembra recitare bene la propria parte come se fosse un originale. Anche noi figli non siamo da meno, quando ci torniamo poi a sangue freddo su quello che abbiamo fatto, con dei pianti che vorrebbero scompaginare quando non solo a pagare le aspettative mancate e fortemente volute.
Genitore: Vuoi comandare solo tu! Io sono tuo padre, finché sei sotto questo tetto e ti 'campo', fai quello che dico io!
Figlio: Tu mi hai voluto, non ho chiesto io di nascere alzando il dito prenotandomi! 
Si potrebbe andare avanti così...

Ma andiamo alle valutazioni, sforzandoci di tenere conto delle varie posizioni:
Sembrerebbe emergere che se ognuno resta immobile nella propria posizione, volendo solo affermare le proprie tesi o il proprio vantaggio, l'urto sia inevitabile.
Il problema alla base in un rapporto conflittuale è dato infatti da una mancanza di identificazione dell'uno nell'altro. Soprattutto i genitori si appellano a ciò che fanno per un figlio, e i figli al loro voler essere, a prescindere da ogni limitazione, quasi che il mondo dovesse risultare da una loro espressione, tranne quando la demandano al gruppo per fare branco!
Salomon Fritz Perls, in quella che è conosciuta come 'Preghiera della Gestalt' (dal tedesco letteralmente 'forma' legata in genere a 'Teoria della forma' 'Gestalttheorie') disse: "Io sono io e tu sei tu, io sono la mia vita, tu la tua, io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative, tu non sei al mondo per soddisfare le mie".
La causa di fondo di un rapporto problematico potrebbe derivare dall'eccesso nei comportamenti per quanto riguarda i metodi di educazione e di crescita che i genitori adottano nei confronti dei figli. E qui il discorso si allargherebbe fino a comprendere la crescita nell'educazione e quindi la validità di questa in quella. Non sarebbe educativo, infatti, bloccare lo sviluppo del soggetto; tuttavia, senza alcuna identificazione questo stesso avrebbe difficoltà a ricercarsi. Sembrerebbe questo il connubio ideale dal quale deriva il giovane e il futuro cittadino. Un tale discorso appare ancora investire in pieno l'intera relazione che vede l'alunno di fronte alle Istituzioni Scolastiche, le quali non possono associarsi a nessuna delle due tipologie.
Conclusione: una soluzione al problema sarebbe trovare un punto di incontro tra le due parti basato soprattutto sulla fiducia e il rispetto reciproco. 
Rillo Michela II F
Coppola Antonio II F
Mazzeo Gianluca II F
Caporaso Luigi II A
Messere Lucia III C
Forni Mario III C

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