martedì 21 ottobre 2014

La filosofia del linguaggio

A cosa servirebbe studiare una lingua straniera senza sapere perché la studiamo e soprattutto senza un confronto con il linguaggio di riferimento? Assolutamente a nulla, ne conseguirebbe un apprendimento mnemonico e freddo di essa lingua.
Partiamo subito con un esempio inerente alla lingua latina. Studiando questa lingua, ci è stato insegnato che la preposizione  "in" significa "dentro" e generalmente introduce un luogo e se vogliamo indicare uno stato, lo traduciamo in ablativo,  ma cosa succede se invece di un ablativo troviamo l'accusativo che è un caso diretto? Come recuperarne una significazione? Se "in" indica un ingresso e l'accusativo qualcosa che si presenta di fronte al soggetto, allora dovrebbe indicare l'accedere in un luogo o l'accingersi a farlo, un luogo generalmente pericoloso, un qualcosa di ignoto. Queste regole, però, non sono regole fisse e questo lo possiamo notare prendendo come riferimento tre diverse frasi:
Darius in Urbe ambulat
Darius Urbe ibat 
Caesar in Galliam ibat 
Nella prima frase il verbo "passeggiare" dà l'dea di non uscire dal luogo sicuro, costituito dalla città di Roma e ciò rappresenta lo stato in luogo. Nella seconda, invece, il verbo "ibat" l'azione del verbo sembrerebbe più consistente, tanto da farci pensare di poterci trovare di fronte un accusativo e non più un ablativo. Con un'analisi più approfondita, però, possiamo notare che il moto a luogo non appare richiamato perché non si esce per andare da qualche parte, per andare incontro ad una situazione di pericolo, ma ci si mantiene tra le mura amiche.  Nel terzo esempio, infine, la situazione cambia notevolmente, la Gallia non rappresenta più un luogo sicuro, conosciuto, ma un luogo ignoto, dunque pericoloso, tanto da farci usare non più l'ablativo ma l'accusativo. 
Siamo sicuri che tutto ciò basti per comprendere al meglio un testo latino? E se per arrivare in Germania Cesare dovesse oltrepassare un ponte per attraversare il Reno? Per coerente applicazione della logica portante dovremmo continuare ad usare l'accusativo, ma se in un testo classico trovassimo l'ablativo? A questo punto dobbiamo sicuramente chiederci il perché di questa scelta cominciando a porci delle domande. Il ponte citato è stato costruito dai Romani o dai Germani? Supponiamo che sia stato costruito dai Romani, quindi questi ultimi gestivano anche l'altra sponda del fiume, di conseguenza non sembrerebbe emergere il pericolo. Se poi sappiamo che dall'altra parte del ponte i Romani avevano posto anche una torre di guardia, ciò ci fa capire che il ponte può essere considerato parte integrante del luogo circoscritto. Tutto ciò conferma l'uso dell'ablativo al posto dell'accusativo. 
Da questi semplicissimi esempi emerge che l'unico modo per comprendere al meglio una lingua straniera, ma soprattutto una lingua antica come può essere il latino, ma anche il greco, è servirsi di una logica consistente atta a far emergere una cultura critica nonché una validità per lo studio di una lingua non più in uso.


II F
Antonio Coppola

Nessun commento:

Posta un commento