venerdì 17 ottobre 2014

La canzone

Nella generazione del XXI secolo, della quale facciamo parte, gli adolescenti passano la maggior parte del loro tempo su internet, a fare cosa? Ascoltare musica. Tutti abbiamo una canzone che amiamo particolarmente ascoltare e che abbiamo tra i preferiti nella playlist del nostro cellulare o sui nostri MP3. Ma allora vi siete mai chiesti come mai sia stata scritta quella canzone, come e cosa vorrà comunicarci?
Noi ragazzi della IC con il professore Giuseppe Addona, ci siamo posti queste domande e abbiamo attentamente studiato una particolare canzone molto bella che ha interessato tutta la classe “CI VORREBBE UN AMICO”. Innanzi tutto abbiamo fatto Critica Formale e ci siamo posti questa domanda “Cos'è la canzone?” Bene, è un testo. Ma, è un testo in prosa o in poesia? Qual è la differenza tra le due? Semplice, mentre la prosa occupa tutto lo spazio che ha a disposizione, il testo poetico torna indietro ad ogni verso (Quando? Quando il poeta ritiene di aver prodotto quanto si era prefissato). Ma soprattutto, cos'è un verso? Affidandoci ad un’etimologia è visto derivare dal termine latino versus che propriamente vuol dire “Rivolto, tonare indietro” (andare avanti e tornare indietro con l’ aratro rappresentava la “versura”). Da cosa è composto un verso? Da parole… ma le parole, da cosa sono composte?... da sillabe. Cosa sono le sillabe? Per poterci dare una risposta basta fare l’etimologia dal greco, infatti la parola sillaba deriva dal sostantivo greco “συλλαβη” (sullabè). Alle volte nella canzone si possono trovare anche delle rime, ma dobbiamo chiederci: cos'è? La rima è la ripetizione di un suono nei versi a partire dall'ultima vocale accentata. E a cosa servono le rime? Anche questo è semplice, ad aiutare la memoria così come ritenuto dai romantici.

LO STILE (CRITICA DELLA FORMA)
Cos'è lo stile? Lo stile è la tipologia di linguaggio utilizzato all’ interno di un qualsiasi tipo di testo al quale si aggiunge la disposizione. Tornando alla canzone “Ci vorrebbe un amico” di Antonello Venditti, lo stile è medio; quindi né troppo colto né troppo popolare. È un  linguaggio in uso tra studenti.

CRITICA DEL CONTENUTO
Di cosa si sta parlando in questa canzone? Quando una canzone è bella? Una canzone è bella quando il sentimento si muove in modo consistente. Su questo si fonda il giudizio dei romantici su quello focalizzato sull’armonia e sulla proporzione(classico). La canzone sta parlando dell’amore, dello stare insieme <<Stare insieme a te>> Parla di lui che sta insieme ad una donna. Qui una persona si aspetterebbe se lo stare insieme sia stato bello, brutto, appagante. Il cantautore invece lo paragona ad una partita << è stata una partita>>, quindi sostituisce ciò che l’ascoltatore si aspetta e crea il bello per un movimento. Se il poeta, invece, ti avesse dato il risultato che ti aspetti, poi non ti scombussolerebbe e il sentimento non si eleverebbe. Inoltre, invece di chiudere il verso parlando di se stesso, non affronta l’io ma mette qualcosa di indefinito “Tutto il resto è vita” con un’aspettativa con un’apertura che sembra far dimenticare il problema di base. Anche qui, noi ci aspetteremmo il risultato della partita: è finita bene, male o in pareggio? Ed ecco che lui ci dice che ha vinto la donna, ma invece di essere triste sembra proporre semplicemente o con accettazione << Va bene hai vinto tu>> invece di magari raccontare quella che è la sua situazione. E’ presente un’iperbole altresì tra lo “Stare insieme a te” e quella che, senza che ce ne accorgessimo, si presenta come una “Storia” per poi diventare “amore”. La poesia è infatti anche capacità di inserire argomenti senza dichiararli, al contrario della scienza la quale si sforza di essere precisa per evitare equivoci e per farsi quindi capire. Riflettendo sul fatto che quello che lo investe è un “Amore” va in crisi, e per questo ci dice che ci vorrebbe un amico per poter essere aiutato a dimenticare quella donna che viene definita “Il male”. Dice anche che vorrebbe un amico sia nel dolore che nel rimpianto. In seguito riprende un passo di Dante e lo modifica rendendolo a propria volta poetico. Fatto questo che è difficilissimo perché significa recuperare un messaggio così alto e poi fornirne altro che ancora comunichi grande sensazione. Mentre Dante dice “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”, Venditti dice “E se amor che a nullo ho amato, amore, amore mio perdona”. Significa tanto che non come Dante non è possibile non rispondere all’amore ma egli riesce a perdonare anche lei che si mette fuori da tanto. (Questo confronto tra “Ci vorrebbe un amico” e il passo di Dante “Amor, ch’a nullo amato amar perdona” è stato prodotto da Giuseppe Addona nel libro “Una scuola per una cultura possibile” Bonanno Editore). La canzone, al contrario della poesia, ha dalla sua parte un elemento molto importante: La musica. Anche questa contribuisce a dare enfasi nonché fondata sul ritmo e sull’armonia nonché sulle note che puntualmente sottolineano quando non, a propria volta, trasmettono il proprio messaggio. Spesso queste, infatti possono dirci anche quello che non dicono le parole contribuiscono però maggiormente al messaggio allora che riescono a fondersi in una sintesi. Allora che passa dallo “stare insieme a te…” al vivere e ribadisce che è stata una partita, non riprende la prima strofa bensì la cambia e dice che, essendosi scontrati, il gioco è stato duro ed è finito. Nonostante però la partita sia finita, lui si ritrova lo stesso davanti alla porta di casa della donna facendoci vivere una scena che emoziona facendo dipendere da quel che ritiene forse essere una notte magica a condurlo lì.
Questo abbiamo prodotto ma saremo lieti di ricevere altri suggerimenti o chiavi di lettura.
                                                                                 Maio Sofia
                                                                                                                               IC

Nessun commento:

Posta un commento