sabato 25 ottobre 2014

L'altra faccia della medaglia.

La storia ci insegna come una cosa assuma un valore totalmente differente nel corso dei secoli; già un quadro antico, illustrante una famiglia aristocratica, mostra un cambiamento sociale di non poco conto: prima la moda era rappresentata dalle persone grasse e di pelle molto chiara perché la gente comune non aveva cibo, mischiava quel poco di lardo che aveva - se era fortunata - con erbe per sopravvivere e lavorando sotto il sole cocente la carnagione era molto scura. Oggi, al contrario, le persone vengono denigrate se possiedono qualche chilo di troppo, mentre vengono adulate le modelle scarnite in passerella abbronzate anche il 20 Dicembre, perché la gente comune lavora e non avendo tempo di andare al mare ricorre alle lampade a raggi UV.
Vogliamo parlare di economia e politica?
Ricordate le corporazioni? Anticamente erano ‘enti’ che stabilivano la qualità di un prodotto, le sue determinate fattezze, specifici parametri e fissavano il prezzo per evitare la concorrenza.
Es. Da una bottega fiorentina doveva uscire un prodotto di livello molto alto altrimenti anche la città risentiva di questa ‘brutta figura’.
Potevamo definire quindi una corporazione positivissima perché faceva in modo che tutti potessero lavorare.
Oggi invece corporazione è sinonimo di ‘blocco’; diventa fattore di regresso perché non permette di orientarsi verso il futuro.
Una stessa cosa in un periodo è positiva e in un altro è negativa.
E la nobiltà? La nobiltà oggi è considerata negativa.
Un tempo era molto positiva: al tempo dei romani i nobili erano uomini di parola, quando si andava in guerra non scappavano di fronte al pericolo! (L. Catilina, nobili genere natus).
Contestualizziamo: la psicologia contemporanea ha accertato che lo scemo muore meno in guerra, chi ha paura ha maggiori possibilità di salvarsi perché al minimo rumore scappa, mentre il temerario affronta il pericolo e spesso ‘ci lascia le penne’.

Un tempo, dunque, la nobiltà era una garanzia, successivamente divenne il sinonimo di ‘campare senza lavorare’ (nel 1600 questa concezione fu una delle cause della crisi spagnola!).

Michela Rillo II F

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